Il demansionamento del Jobs act consente a un’impresa che fronteggia un momento di crisi di proporre a un suo lavoratore di continuare a lavorare nello stesso modo, ma facendo finta che faccia un lavoro con mansioni minori con minore stipendio. Questo è ora solo una formalità.
Forse è vero che, non ci credo, che il lavoro a vita è noioso (ex-premier Monti non avertene a male), che cambiare è dimostrare di non essere schizzinosi (ex-ministro Fornero), Ma il jobs act di Renzi lo ha stabilito per legge,
Voglio essere un piccolo profeta: un lavoratore per entrare in un’impresa con una qualifica e con il relativo stipendio definito dal contratto nazionale, un giorno l’impresa le/gli propone un demansionamento, non unilaterale e chiede a un sindacalista di essere presente alla riunione.
Ed ecco che il lavoratore è demansionato, lavora come prima, ma prende di meno, magari dopo qualche mese finisce il contratto o per altre ragioni cambia lavoro. Dopo qualche tempo la nuova impresa le/gli propone un altro demansionamento, del resto è già abituato e come si sa solo la prima volta fa più male delle altre, quindi perchè non dovrebbe nuovamente accettare?
Ecco che il nostro lavoratore è stato trasformato in un gambero che procede di lavoro in lavoro, di demansionamento in demansionamento, magari con qualche caritatevole pausa.
Questa è definità flessibilità ed efficienza, io credo che non sia altro che l’affermarsi di una logica miope industriale di molto tempo fa.
Cambiare si può? Sì.
Basta scendere dal divano e andare a firmare i referendum di Possibile.
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